Intervista #GamerGate - Edizione XBOX Anonima

INTERVISTA #GAMERGATE - EDIZIONE XBOX ANONIMA

Di Brandon Orselli

Con la battaglia per l'anima del videogioco che imperversa sulle trincee di #GamerGate, ho avuto un misterioso incontro con uno sviluppatore della Microsoft. Mi ha confermato la sua identità usando un controller particolare e limitato, fornito solo agli sviluppatori della console XBOX.

D: Mi piacerebbe iniziare chiedendoti di spiegare quanto preoccupanti siano le implicazioni di #GamerGate per la tua compagnia. Temete la censura e cose simili?

R: Per prima cosa posso parlare solo per me, al massimo per i miei colleghi nello studio. Microsoft è una compagnia bella grossa con numerosi studio e decine di migliaia di impiegati, quindi non posso affermare di sapere cosa pensano tutti.

Tuttavia nel nostro studio non ci sono state grosse ripercussioni a seguito delle rivelazioni scaturite con #GamerGate. Inoltre, vista la grandezza di Microsoft come entità, noi come individui siamo piuttosto protetti da molestie e cenusra. Voglio dire, siamo logici, non puoi censurare o molestare Microsoft, sarebbe assurdo.

Detto questo, sia io che i miei colleghi siamo piuttosto disgustati dall'apprendere quello che alcuni "giornalisti" hanno affermato riguardo i giocatori. Molti di noi sono stati sviluppatori (me incluso) e, come tali, anche appassionati giocatori.

D: Pensi che ci sia una rampante mancanza di etica da parte del media? L'hai sperimentato in prima persona, per esempio avendo a che fare con giornalisti infidi o ricatti?

R: Sì, l'industria dei videogiochi è afflitta dalla corruzione, dal conflitto d'interesse e da una palese mancanza d'etica. Questo si è fatto sempre più ovvio via-via che quelli dietro #GamerGate rivelavano sempre più sporco.

Ancora, a cusa del fatto che non sono altro che una parte minuscola di un'entità mastodontica, non sono mai stato protagonista di simili eventi con i giornalisti, ma ne ho risentito parlare.

D: Cosa ne pensi di affermazioni come "Gioco X non dovrebbe esistere perché Giornalista X o Critico Youtube X non lo apprezzano personalmente o professionalmente? Sembra che la mentalità "Tutto o niente" vada parechio quando fanno questo genere di discorsi. Sapendo questo, la tua compagnia si è mai mossa per modificare i propri prodotti in questo senso?

R: Ritengo che in questo caso la massima inclusione nei giochi (e nel mio caso nelle console) sia un passo naturale nell'evoluzione del gioco.  Si stanno facendo più aperti, complessi e personalizzabili. Per esempio, la nostra compagnia ha fatto una XBOX ONE apposta per un pubblico più vasto, nonstante le vendite minori rispetto alla competizione, siamo riusciti a portare la nostra console in molte case che non avrebbero altrimenti mai preso nulla.

Tuttavia questa non è una scusa per ignorare, censurare o mettere in una lista nera un particolare gioco o prodotto semplicemente perché non si conforma alle tue idee. Un buon giornalista o recensore deve essere obiettivo. Deve avere la giusta mentalità di persona capace di abbracciare una completa mancanza di pregiudizio e di discernere i fatti dalle opinioni personali. Se bolla qualcosa solo perché non rispecchia un suo certo standard allora non può definirsi un recensore, tantomeno un giornalista.

D: Pensi che i giocatori siano per natura misogini? Cosa ne pensi del movimento #GamerGate in generale?

R: Non credo che #GamerGate combatta per la misoginia, né che sia afflitto da persone che supportano un simil concetto (così come il razzismo). #GamerGate non è mai stato riguardo l'esclusione delle donne dall'industria e ne è prova il sotto-movimento #NotYourShield, che ha esponenti di tantissime minoranze.

Grazie a #GamerGate è stato fondato un progetto legato ai videogiochi organizzato da un gruppo femminista, l'opinione delle donne nell'idustra è salita ai massimi e la gente ha fatto fronte comune nei modi più bizzarri, portando anche alcune pubblicazioni a rivedere i propri standard.

Ritengo personalmente che #GamerGate sia qualcosa che in realtà già ribolliva dentro da anni. I giocatori ne hanno avuto abbastanza e hanno deciso di combattere. Appaludo a questo e mi sento onorato di farne parte assieme ai miei colleghi.

Per quanto riguarda gli attacchi di cui si sente parlare su Twitter o altri media, bisogna considerare il fatto che ci sono persone la fuori che si identificano come giocatori ma che allo stesso tempo sono anche dedite a diffondere messaggi d'odio e minacce. Sono solo una minoranza vocale e, statisticamente, molto comuni all'interno di un gruppo di persone particolarmente allargato.

D: Si è parlato di GamerGate all'interno della tua compagnia? Quanto è diffuso?

R: E' tutto iniziato con alcune email che giravano per le mailing list, poi abbiamo iniziato a discuterne al bar o a pranzo. Ora siamo arrivati al punto che ci sono dei meeting ufficiosi per parlarne.

Alcuni dei miei colleghi però non sono interessati quanto gli altri ed è perfettamente comprensibile. Hanno vite occupate, famiglie di cui occuparsi e altre cose per la testa. Non immaginate che gli impiegati X del dipartimento XBOX siano un gruppo di persone che stanno preparando i forconi e le torce ogni volta che uno (o una) si mette al centro della stanza e legge le ultime su #GamerGate ad alta voce. Abbiamo un lavoro e delle vite che non girano costantemente intorno all'industria per cui lavoriamo.

D: Se venissero individuate prove sufficienti, pensi che sarebbero doverose le dimissioni dei principali protagonisti di questo scandalo?

R: Penso che prove sufficienti siano già state trovate, sebbene dubiti altamente che le persone coinvolte abbiano la decenza di dare le dimissioni. Per alcuni direi che ci starebbe bene anche un'azione legale, o perlomeno si dovrebbe aprire un fascicolo.

E' ancora presto per sapere come finirà (anche se sono dell'idea che alla fine prevarrà #GamerGate). Dopo che la polvere si sarà posata forse saremo in grado di dire chi ha fatto cosa e di far sì che il pubblico dei giocatori possa venirne chiaramente a conoscenza.

D: Con la tua esperienza nell'industria, hai mai avuto a che fare con richieste di "compensi" in cambio di recensioni positive o comunque di attenzione da parte del media?

R: Questo è un po' più complicato. Sono relativamente giovane in quest'industria (ci lavoro da 4-5 anni) quindi non posso dire di avere esperienze personali in merito. Tuttavia conosciamo tutti vari scandali relativi grandi compagnie e la stampa. Il DoritosGate, gli "incentivi" per i video della XBOX su Youtube, ecc. Alcuni siti praticano delle differenze così plateali tra le proprie linee guida e le proprie recensioni che ormai sono diventati una sorta di barzelletta. (Mi riferisco ai 10/10 spalmati sugli ennesimi giochi di franchise che non offrono nulla di nuovo ai giocatori).

D: Pensi che GamerGate possa avere implicazioni reali nell'industria videoludica? Credi che gli sviluppatori e i publisher si schiereranno contro in giocatori e a favore della stampa?

R: Sì. Sono convinto che #GamerGate avrà delle implicazioni nell'intera struttura dell'industria. Abbiamo raggiunto il punto in cui le cose devono essere portate alla luce, rivalutate, e infine cambiate. L'etica e gli standard devono essere rivisti e imposti, le grandi compagnie stesse devono capire che non va bene fare grassi contratti ed enormi banner per i loro prossimi giochi/prodotti su siti che in futuro dovranno inevitabilmente recensirli. Devono smettere di usare la corruzione nel "giornalismo" videoludico per vendere qualche copia in più.

Questa, però, è solo la punta dell'iceberg. Perché il resto di noi sviluppatori, così come molti sviluppatori indie, siamo già dalla parte di #GamerGate (con poche eccezioni che non intendo menzionare: la gente che usa dei non-problemi nell'industria quali la misoginia e il razzismo solo per i propri interessati comodi). Vogliamo l'uguaglianza tra i giocatori e tra di noi, vogliamo che anche il piccoletto possa essere notato quando riesce a fare un grande gioco; vogliamo che i publisher AAA riconoscano che alcuni loro prodotti potrebbero non essere effettivamente all'altezza della situazione. Vogliamo che tutto questo accada in un ambiente piacevole e non censurato, dove accreditati giornalisti presentano i loro articoli separando chiaramente i fatti dalle opinioni, senza essere coinvolti direttamente con nessuno degli sviluppatori o in conflitti d'interesse.

Potrebbe sembrare solo un sogno, ma intendo combattere per questo.

D: Infine, cosa pensi dovrebbe fare GamerGate per mantenere lo scatto e raggiungere nuove mete nella ricerca della verità, dell'etica e della giustizia?

R: Continuate a fare quello che state facendo. Solo questo posso dire a chi sta dietro #GamerGate. Nella passata settimana abbiamo fatto quanto in nostro potere per cercare di aumentare l'attenzione del pubblico su questo soggetto senza mettere a rischio la nostra carriera. Spero davvero che sapere di avere anche persone come noi dalla vostra parte vi sproni a continuare.

Detto questo, ci tengo a ripetere che siamo contrari alle molestie, ai discorsi d'odio e alla violenza. Questi SJW e il burattinaio che gli sta dietro devono essere combattuti con i fatti, le prove e la professionalità, a dispetto del fatto che loro stanno facendo l'esatto contrario.

Inoltre, nonostante la grossa censura che sta al momento affliggendo diversi siti web, dobbiamo ricordare che è una cosa naturale da parte di coloro che si sta cercando di mettere a gambe all'aria. Non possono però far mantenere il silenzio in eterno e prima o poi dovranno rispondere dei propri misfatti.

D: Volevo ringraziare questo sviluppatore per aver parlato con me e tutti coloro che hanno deciso di supportare pazientemente il nostro sito nelle ultime settimane. Non riesco davvero a ringraziarvi abbastanza per il duro lavoro che avete fatto per rendere questo sito meritevole d'attenzione.

Abbiamo una casa, qui e ora, dove parlare dei videogiochi e di come combattere per il diritto di goderceli - liberi da ridicoli mantra e censure. Se volete unirvi al giro, prometto che le cose miglioreranno e continueremo a combattere per tutti voi - perché siamo tutti giocatori!

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