lunedì 16 settembre 2013

[Recensionando] The Elder Scrolls Anthology

RECENSIONANDO

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Annunciato allo scorso QuakeCon, The Elder Scrolls Anthology è una piccola chicca che Bethesda ha deciso di regalare ai fan della serie: ma come presto si capisce, questo prodotto non è affatto destinato ai fan, quanto piuttosto agli utenti che "hanno sempre voluto iniziare a giocare a un TES senza mai avere modo di farlo".
In questo Recensionando speciale andiamo a fare l'unboxing di cosa ci troveremo davanti.

Non lamentatevi della qualità delle foto perché non avevo voglia di farle

Presentazione

Appena tirato fuori dalla scatola il pacchetto si presenta così:

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Come si può vedere dal riflesso, il tutto è contenuto da una scatola di plastica che riporta tutti i loghi fastidiosi del caso: il rating PEGI (18+? wtf?), il bollo SIAE, i loghi Bethesda e ZeniMax, il simbolo "PC DVD". Il retro riporta le immagini promozionali, le indicazioni sulla lingua dei giochi contenuti (che vediamo dopo) e i vari requisiti minimi necessari. Stratagemma intelligente perché così facendo possiamo rimuovere l'involucro di plastica e rivelare il contenuto.

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Che altro non è che un contenitore a sua volta. C'è da dire che sin da ora il tutto appare molto solido, ma non rigido. La parte interna, che va sfilata dall'alto, si muove con agilità ma non con eccessiva fluidità (non casca fuori se ribaltato. L'involucro è molto elegante e si presenta vuoto sul retro mentre riporta il logo dell'Anthology su tutti i bordi: sul fronte troneggia il logo della collezione su sfondo dello stemma dei Septim e l'indicazione dei giochi contenuti.

Sfildandolo dall'alto di estrae un ulteriore unico blocco, stavolta a forma di libretto, che rappresenta anche l'unico contenuto della confezione.

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Tale libretto è, esternamente, fatto con lo stesso materiale dell'involucro e si presenta quindi solido ma non rigido, aprendosi con facilità e senza rovinare in nessun modo la particolare rilegatura. Il libretto contiene nelle sue pagine i giochi e i contenuti extra.

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Internamente il libretto si rivela essere il contenitore dei vari giochi, possiamo quindi vedere ed affermare che il contenuto totale dell'edizione è:

- The Elder Scrolls I: Arena (installa una versione di Arena con già un DOSBox configurato per la stessa) - Solo in Inglese
- The Elder Scrolls II: Daggerfall (installa una versione di Daggerfall con già un DOSBox configurato per la stessa) - Solo in Inglese
- The Elder Scrolls III: Morrowind - Solo in Inglese
- The Elder Scrolls Construction Set (per Morrowind) - Solo in Inglese
- The Elder Scrolls III: Tribunal - Solo in Inglese
- The Elder Scrolls III: Bloodmoon - Solo in Inglese
- The Elder Scrolls IV: Oblivion - Game of the Year Edition (in due DVD)- In Italiano
- The Elder Scrolls V: Skyrim - Legendary Edition - In Italiano
- Contenuti Extra

Da questo punto di vista i vari dischi sono inseriti con cura nel libretto, ma la sua forma non ne consente sempre una facile estrazione. Si nota anche come l'edizione, nonostante sia pubblicizzata come una "raccolta totale e definitiva" sia carente di almeno due titoli della serie: The Elder Scrolls Adventures: Redguard e The Elder Scrolls Legends: Battlespire (ovviamente non pretendo ci sia Shadowkey o i due TES:Travels).

Anche dal punto di vista dei contenuti extra, l'edizione si dimostra abbastanza carente.

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In totale sono presenti 3 extra. Quello che vedete in alto a sinistra è un semplice adesivo di The Elder Scrolls Online che invita ad iscriversi alla beta (ammetto che per un attimo ho avuto l'idea potesse essere una chiave per tipo un mese di gioco gratis, non che muoia dalla voglia di giocare a quello stupro ambulante), in alto a destra c'è invece un opuscolo con le avvertenze sulla salute e un Keycode (che devo ancora capire a cosa serva). In basso vedete le cinque mappe: si tratta delle mappe delle cinque ambientazioni di gioco, nell'ordine: Tamriel (sì, tutta Tamriel) per Arena, la Baia di Iliac (cioè High Rock, l'Isola Direnni e parte di Hammerfell) per Daggerfall, Vvardenfell per Morrowind (misteriosamente carente di una mappa a parte o extra di Solstheim), Cyrodiil per Oblivion e Skyrim per Skyrim. Le mappe sono realizzate come economici poster e non sono molto utili ai fini dei giochi, essendo ben poco dettagliate. Si nota anche subito come ad esempio nella mappa di Arena i nomi sono stati "aggiornati" a seguito dei cambiamenti del lore (la città di Almalexia, così chiamata in Arena, è rinominata "Mournhold", come in Morrowind, così come alcune località di Skyrim hanno un nome diverso rispetto a quello che appare in Arena). I più attenti noteranno anche come i caratteri della scritta "The Elder Scrolls" stampati su Arena e Daggerfall sono in linea con quelli del resto della serie (mentre in precedenza erano completamente diversi, con il primo gioco che presentava una scritta molto rotondeggiante e il secondo che addirittura riportava "The Elder Scrolls Chapter II").

Considerazioni

Come dicevo nell'introduzione, risulta evidente come questa bella scatolata di roba non sia realmente una grossa offerta per i "navigati" della serie (che, pirateria a parte, i giochi originali già ce li hanno) quanto piuttosto per chi si vuole avvicinare alla serie. Il prezzo è molto competitivo (a 52 euro ci si accaparra Morrowind, Oblivion e Skyrim completi di espansioni, che su Steam presi singolarmente vengono a costare in tutto 85 euro. Arena e Daggerfall non contano in quanto sono distribuiti gratuitamente dalla Bethesda sul loro sito ufficiale nella stessa edizione che appare contenuta in questo cofanetto). Per i primi due TES non ci sono dubbi: conviene cercare gli installer personalizzati che si trovano su internet: contengono infatti molte fix (di cui alcune decisamente fondamentali per far apparire i giochi meno datati) e piccoli strumenti che migliorano senza dubbio il gioco. Per il resto risulta chiaro come questo sia un affarone: se infatti i giochi possono avere i loro problemi con delle copie originali siamo liberissimi di usare in sicurezza qualunque tipo di mod (anche senza volendo, ma si sa, non tutti sono allo stesso livello): lo Overhaul di Morrowind lo rende un gioco immortale, e anche Oblivion e Skyrim hanno la loro bella dose di mod.

Già... e i giochi?

Dover parlare dei giochi contenuti meriterebbe un Recensionando per ciascuno di essi, ma volendo essere sintetici...

- Arena: definitivamente un gioco datato che porta male il peso degli anni. Meccaniche ancora molto grezze ed un'ambientazione con un lore dietro ancora non chiaro. Da giocare solo se si ha voglia di un po' di retrogaming.

- Daggerfall: nasceva come miglioramento totale di Arena, e mantenne fede alla promessa. Il gioco risente degli anni solo a livello grafico, perché ad oggi rimane il TES dove si è davvero più liberi di fare quello che ci pare. Un gioco di una grandezza e di una profondità senza limiti. Davvero consigliato a chiunque sappia apprezzare un gioco con la grafica anche troppo simile a quella di Doom.

- Morrowind (+Esp): il giusto compromesso tra 3D e contenuti. Sebbene più povero di contenuti (ma comunque in grado di far impallidire Skyrim sotto questo aspetto), Morrowind trasmette un'atmosfera unica e riesce davvero a coinvolgere. Suo vanto e maledizione è il sistema di combattimento: lo stesso dei predecessori, quindi basato sul lancio dei dadi. Ma se questo era accettabile prima, non lo è più ora, dove in una ambientazione 3D si può avere una fisica nei combattimenti (che invece non c'è), cosa che rende le battaglie, specie all'inizio, leggermente frustranti. Con una grafica un po' pacchiana, il gioco diventa sublime se "corretto" con il noto Overhaul grafico.

- Oblivion: il primo passo verso le console. Il gioco risulta sotto ogni aspetto di gameplay impoverito rispetto a Morrowind e con un'ambientazione assai meno caratteristica. Nonostante la perdità di molti elementi di gioco (attuata apposta per venire incontro agli utenti delle console) il gioco riesce a mantenere la sua vena GDR con statistiche e abilità, nonché una buona quantità di oggetti da gestire in inventario. Graficamente parlando presenta i modelli dei personaggi più orrendi mai visti in un gioco Bethesda. Fortunatamente è moddabile fino al midollo. Da notare come presenti tra le migliori quest ritrovabili fra tutti i titoli.

- Skyrim. Sebbene il migliore da un punto di vista grafico, Skyrim è veramente povero di gameplay, presenta ambientazioni tutt'altro che caratteristiche e ha le quest più brutte forse solo dopo Arena. Insomma, tecnicamente parlando fa un po' pena. Ciònonostante è sicuramente un gioco coinvolgente e capace di prendere tutti (proprio perché tanto facile). Gli utenti PC possono inoltre godere di una vastissima quantità di mod capaci di renderlo veramente godibile, dai miglioramenti del sistema di combattimento, restauri completi della UI (che può diventare incredibilmente funzionale) e addirittura complete reintroduzioni di sistemi di statistiche e abilità.


Lo Compro? Lo Pirato?

Trattandosi di una collezione di giochi (di cui 2 già gratis), diventa difficile parlare di "piratare". Al momento, anche senza riduzioni di prezzo, è comunque un affare, quindi figuriamoci in futuro. Io l'ho comprato e già possedevo originali Morrowind, Oblivion (in edizione limitata) e Skyrim (ma su PS3).

Pro e Contro

+ Ottimo packaging.
+ Confezione accattivante.
+ Prezzo interessante.
+ The Elder Scrolls

- Chi non possiede già almeno uno dei titoli?
- Mancano alcuni titoli della serie!
- Dischi difficili da estrarre senza terrore di distruggere tutto.
- Povero di contenuti "extra".

martedì 16 aprile 2013

[Recensionando] BioShock: Infinite

RECENSIONANDO

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Terzo capitolo della saga BioShock, nonché quinto della cosiddetta "serie Shock" (prima di Bio c'è System Shock e l'eccellente System Shock 2), si tratta dell'ultimo gioco pubblicato, dopo uno sviluppo alquanto travagliato, dalla Irrational Games (aka 2K Boston) ad oggi (autori anche, tra le altre cose, di Swat 4 e Tribes Vengeance). Il gioco ha subito perfino in pre-produzione pesantissime critiche, specie per i temi trattati (razzismo e religione).

Bellino

Storia

Da Wikipedia:
Corre l'anno 1912. Con gli Stati Uniti che stanno emergendo come una potenza mondiale, la città volante di Columbia è un simbolo potente di ideali americani, lanciato in pompa magna fra le acclamazioni di un pubblico affascinato. Ma con quello che sembra un innocente esperimento da fiera, il fondatore Zachary Hale Comstok (autonominatosi il Profeta) decide di intromettersi in affari delicati e crea una secessione dagli Stati Uniti, con la città che scompare tra le nuvole. La sua ubicazione è sconosciuta. Il più grande successo nella storia americana è scomparso senza lasciare traccia. Booker DeWitt, un detective alcolizzato e giocatore d'azzardo, con un passato burrascoso e un congedo forzato dalla agenzia di Pinkerton, si ritrova suo malgrado ospite della città galleggiante per via di un regolamento di conti che lo porta a cercare, identificare e scortare una persona fuori da Columbia, una giovane donna di nome Elizabeth che sembra essere talmente importante da far rischiare la vita degli stessi abitanti per recuperarla sotto ordine del Profeta, senza contare la protezione da parte di una creatura alata di nome Songbird.

Per quanto la trama non c'entri nulla con quella dei precedenti BioShock (tanto da far nascere perfino la domanda su che diamine di senso abbia intitolarlo così) le "linee guida" e lo stile narrativo della stessa risultano perfettamente in linea con quelle della serie. La trama è solida, interessante, ricca di mistero e sufficientemente intrigante da spingere il giocatore a cercare di arrivare a scoprire tutto il prima possibile, da questo punto di vista il gioco è fatto sufficientemente bene da "dare" al giocatore le nozioni un pochino per volta, arrivando al crescendo del finale che diventa estremamente semplice quanto allo stesso tempo confusionario. Già, il finale. Così come siamo stati abiutati con BioShock 1 e 2 (il 2 un po' meno, dai) lascia leggermente di sasso, e con qualche farfalluccia nello stomaco. A dire il vero io personalmente già me lo ero anticipato in testa, con qualche differenza, ma è stato comunque abbastanza particolare.

Lo sviluppo dei temi della trama invece è, come fortemente criticato, molto politicamente scorretto: il gioco sembra lamentarsi di tutto, maltrattamenti razziali, comunisti guerriglieri, bigottismo puro (Dio che goduria quando ho iniziato a menar le mani con lo SkyHook) che ammicca molto al Cristianesimo. Insomma ce ne è per tutti.
Personalmente, pur essendo io un religioso, non ho trovato la cosa fastidiosa. Affatto. Si tratta di una satira, dunque come tale va presa, senza lasciarsi andare al vero bigottismo.
D'altro canto è facilissimo capire il perché di questo genere di messaggi: Levine (scrittore della trama) è ebreo e sicuramente la mentalità del gioco è figlia della sua. Basta questo per comprendere tutto e soprassedere.

Promossa quindi la trama senza alcuna remora. Il gioco non è privo di lacune a livello di storytelling, certo, ma rimane molto interessante. Purtroppo la scena post-crediti rimane molto superflua e aggiunge solo innecessaria confusione, avrei preferito non ci fosse, ma certo non rappresenta un particolare problema.

Caratterizzazione dei Personaggi

Il gioco soffre di una certa schizzofrenia da questo punto vista, in quanto passa dall'avere personaggi particolari e caratterizzati molto bene come Booker (il protagonista) ad altri completamente superficiali e incostanti (come Fitzroy, la capo dei Vox Populi aka. Partito d'Azione Comunista). Al fine della trama inoltre alcuni personaggi altalenano uno sviluppo serio ad uno tirato via da far paura: di questo ne è esempio Elizabeth che esce completamente dal suo personaggio arrivati alla fase finale del gioco. Sebbene sia possibile motivare tale cambiamento con alcuni elementi della trama, questo non basta e il cambiamento risulta eccessivamente repentino e freddo. Ciònonostante i personaggi che conta conoscere sono mediamente ben sviluppati e questo basta quantomeno a farsi una buona idea su di loro (coadiuvando con un bel po' di immaginazione personale). Come sempre la comprensione del background dei personaggi è relativamente legata all'impegno del giocatore nell'individuare tutte le "registrazioni" (presenti anche in BioShock) che spiegano diversi dettagli interessanti.
Promosso dunque anche questo aspetto, che si unisce perfettamente ad una valutazione più che positiva dell'aspetto "narrativo" del gioco.

Grafica e Sonoro
Come da abitudine mi riferisco nuovamente unicamente alla versione per PC. Il gioco è, purtroppo, un brutto porting. Non brutto in quanto mal realizzato (ce ne sono di peggiori) quanto perché, come al solito, si è completamente fatta ben poca attenzione al giocatore per PC. Le opzioni grafiche sono molto scarne e assai poco personalizzabili (l'Antialiasing può ad esempio essere solo "Attivo" o "Non Attivo", senza alcuna possibilità di miglioramento). Certo, sono state incluse delle opzioni specifiche per gli utenti PC, ma la loro (doverosa) persenza non fa soprassedere alla mancanza di personalizzazione delle altre impostazioni. Sul mio PC mi sono potuto permettere di giocare tutte le impostazioni praticamente al massimo, ricevendo solo qualche calo di framerate nelle scene più confusionarie e mantenendo una certa fluidità nelle altre.

Il gioco sfrutta l'Unreal Engine 3 e lo fa discretamente bene, anche se con una certa parzialità. Infatti a modelli ben dettagliati come quelli dei personaggi si sovrappongono dei modelli incredibilmente tirati via quali quelli degli scenari (veri e propri mucchi di poligoni ricoperti da un'unica texture). Questo tratto superficiale è comune a tutti i BioShock. Il gioco propone inoltre degli spettacolari effetti di luce e degli scenari veramente caratteristici. Gli effetti d'acqua (durante le scene di pioggia) sono molto credibili e, francamente, belli. Il gioco è dunque sostanzialmente bello.

Dal punto di vista del sonoro avremo di tanto in tanto dei gran bei momenti, con una musica adeguata e atmosferica che accompagnerà sempre il giocatore e sarà d'aiuto anche per capire in che genere di situazione ci si è cacciati di volta in volta. Il doppiaggio in Italiano è molto ben fatto, specie per quanto riguarda Booker ed Elizabeth.

Promossa dunque anche la realizzazione tecnica del gioco, che offre scenari e musiche veramente interessanti e belli, anche se non bisogna avere un eccessivo occhio per i dettagli per poterlo apprezzare, in quanto andando ad osservare le cose da vicino sarà evidente come sono in realtà parecchio mal definite.

Gameplay

L'unica effettiva critica negativa che può essere mossa al gioco riguarda proprio il gameplay. Se con BioShock 2 si era assistito ad un'evoluzione dello stile di gioco proposto nell'1, con l'unica pecca delle mappe, ben poco ispirate e di dimensioni assai meno dispersive e contenute, in BioShock Infinite siamo invece partecipi di un'infelice involuzione. Le mappe, già come dicevo più ridotte in BS2, sono ancora più povere... ma non certo di contenuti! Da quel punto di vista il gioco è molto "vasto", sono invece povere di complessità in quanto, alla fin fine, altro non sono che un lungo binario con qualche piccolo bivio che conduce ad una strada senza uscita. Non c'è mai una vera "mappa complessa" come nel primo BioShock. Complice anche il fatto che l'ambientazione è diversa, questo non motiva perché non ci sia accesso a vaste porzioni esplorabili, anche in un ottica di guerriglia e non pacifica, se non in una delle ultime mappe verso la fine del gioco (che è una specie di enorme anello). Alla scarsa complessità delle mappe (quanto potenziale sprecato) si somma anche l'impoverimento della meccanica base di gioco: addio arsenale di armi vecchia scuola, benvenuta "doppia arma" in stile CoD. Ai Vigor (novella incarnazione dei Plasmidi) infatti sarà possibile abbinare solo due armi per volta, tutte ben poco ispirate da un punto di vista sia di design che di varietà (si tratta di armi molto convenzionali). Anche l'evoluzione delle armi stesse attraverso i (costosissimi) miglioramenti non delizierà il giocatore con un avanzamento estetico (come nei precedenti BS), cosa che personalmente mi ha fatto un po' storcere il naso.

Anche l'azione in se' è ben poco strategica e si basa soprattutto sull'uso dei Vigor da battaglia e delle armi, tralasciando una qualsivoglia forma di strategia. L'arma ravvicinata, sempre in stile CoD, non occupa più una propria posizione ma è invece costantemente utilizzabile attraverso un apposito tasto ed è allo stesso tempo l'arma più divertente da usare. Si tratta dello SkyHook, specie di triplice uncino capace di regalare al giocatore delle mosse finali davvero soddisfacenti (anche se nulla potrà battere la Trivella di BioShock 2. Voglio dire, una TRIVELLA. UNA. FOTTUTA. TRIVELLA. Cosa ci può essere di meglio?). Purtroppo però i Vigor sono ben poco ispirati rispetto ai Plasmidi di BS1 e 2 e se i precedenti titoli sfoggiavano giusto uno o due poteri completamente inutili (qualcuno ha nominato la Trappola Vortice?) i Vigor, oltre che a essere molti di meno, sono anche molto più inutili (una volta ottenuto "Restituisci" non avrà praticamente più senso usarne altri fuorché "Confusione").

Nota particolare va alla presenza di Elizabeth che non è affatto di intralcio e, anzi, ci salverà le natiche in ben più di un'occasione. Questo è un respiro di sollievo per lo standard del "proteggi qualcuno", tuttavia si rivela un sistema abbastanza ovvio per facilitare di molto le cose al giocatore, che non dovrà dannarsi per trovare munizioni e soldi a giro perché ci penserà lei per lui. Ne risulta quindi una cosa fondamentale: il gioco è ridicolmente facile. Certo, ancora non è facile come un CoD, tuttavia è sicuramente molto più facile di BioShock 1. In una partita a difficoltà Media sono morto circa 5 volte. Pochine. Già, perché è abbastanza facile sopravvivere quando lo scudo si rigenera (rendendo il gioco cover based), ci sono diecimila abilità che fanno riguadagnare salute e ogni tanto pure Elizabeth si mette a passarti Kit Medici.

Ciònonostante il gameplay, seppur impoverito, non si dimostra ancora una porcheria ai livelli degli sparatutto "di guerra moderna" (con l'onorevole eccezione di ArmA), di conseguenza è Promosso con la sufficienza striminzita. Infatti il gioco è costruito attorno a questo "gameplay povero" che di conseguenza non risulta fuori luogo. Insomma, il voto è basso perché avrebbero potuto fare molto di più, e so che lo potevano fare perché ho giocato a System Shock 2, BioShock e BioShock 2, quindi so cosa può permettersi di inventare questo studio.

Meglio i Vecchi BioShock?

Dipende. Personalmente continuo a preferire System Shock 2, tuttavia questo Infinite è decisamente da giocare. Dopo aver giocato a BioShock 1 e 2 ovviamente.

Lo Compro? Lo Pirato?

Io lo comprerei. Ma non di certo a prezzo pieno. E' un buon prodotto e gli sviluppatori meritano un riconoscimento. Potrebbe essere meglio, e temo che un possibile sequel non lo sarà mai (almeno in termini di gameplay è chiaro che la faccenda è in perdita), ma è sicuramente un gioco che si merita qualche soldo speso sopra.

Pro e Contro?

+Storia molto interessante che lascia incollati allo schermo.
+Ambientazione caratteristica e coinvolgente.
+Design dei personaggi ben curato.
+C'è Rapture!
+Il porting per PC ha ricevuto qualche attenzione.
+Sicuramente ancora una spanna sopra gli altri sparatutto "da guerra moderna".

-Il porting per PC ha ricevuto qualche attenzione parziale.
-Grafica non curata con gran precisione "nel dettaglio".
-Caratterizzazione dei personaggi non sempre ben definita.
-Gameplay in triste calo qualitativo.
-Ha perso i canoni dello sparatutto "vecchio stile".
-Mappa molto semplice.
-E' stata ricercata la "Esperienza Cinematografica".

Conclusione

Decisamente complicato dare un voto finale a questo gioco che gli faccia giustizia. Purtroppo il suo principale detrattore è proprio se stesso, o per meglio dire, i suoi predecessori. E' chiaro che è stata cercata un'esperienza più cinematografica (Gesù come ODIO questa cosa), tanto sono esemplari le paroli di Levine ("Non abbiamo voluto inserire un boss finale perché era troppo "da videogioco"). In definitiva un buon titolo che merita di essere giocato, ma giocato comunque con l'occhio di chi sa che ci stiamo perdendo qualcosa di molto importante a livello di "concetto di gioco". Purtroppo le carenze grafiche (dovute anche all'engine) e di gameplay, sommate ad un quantitativo di buchi nella trama paurosi non fanno eccellere al massimo il gioco, che tuttavia si porta a casa un voto alquanto distinto.

mercoledì 13 marzo 2013

[Recensionando] Tomb Raider (2013)

RECENSIONANDO

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Frutto dell'ultima fatica dello studio Crystal Dynamics, che dopo la mai troppo compianta acquisizione di Eidos da parte di Square Enix si è occupata dei tenere vivo il titolo, Tomb Raider (da ora in poi TR) segue la scia dell'ultimo titolo della serie, Tomb Raider Underworld (degli stessi autori), nel cercare di cambiare indirizzo ma senza perdere senso ed origini. Sempre di Crystal Dynamics sono gli scialbi Anniversary e Legends e l'ultimo effettivo gioco con la vecchia Lara, Lara Croft and The Guardian of Light (quest'ultimo così penoso ed insulso da non meritare quasi menzione), e forse è proprio avendo visto il totale fallimento nel rilanciare il tutto in The Guardian of Light che il team ha optato ad un più augurabile reboot totale della serie all'insegna del nuovo motto "E' Nata Una Sopravissuta" (A Survivor is Born).
Peccato che di "survival game" questo gioco abbia ben poco.

"La Sagra delle Occasioni Sprecate"

Storia

La storia di questo reboot è molto semplice: una ancora acerba e inesperta Lara Croft parte per una spedizione insieme ad un team archeologico e, a seguito di un misterioso naufragio, si ritrova in un isola piena di pazzoidi religiosi. Come sempre la trama contiene una buona dose di sovrannaturale, da sempre parte della natura della serie, ed è implementata molto bene! La storia è stupidamente lenta e priva di colpi di scena, ma è esattamente quello che ci si aspetta da un titolo simile e l'ambientazione come le effettive rivelazioni sono perfettamente in linea con quelle della serie.
Sarebbe potuto essere un Tomb Raider classico dunque? Per quanto riguarda la storia , anche se con i dovuti accorgimenti: raramente infatti un titolo Tomb Raider rimane fermo ad una sola location, ma vista la natura di questo particolare gioco la cosa è giusta e anzi perfettamente integrata nel resto del gameplay. Promosso per la storia dunque, che, nonostante l'estrema scontatezza rimane godibile.

Caratterizzazione dei Personaggi

I personaggi sono profondi quanto una suola di mocassino. Punto.
Scherzi a parte, l'unica a portare avanti un minimo di personalità è Lara, che però da alcuni punti di vista, come quello della semplice caratterizzazione verbale, è molto tirata via. Inizialmente ha un pessimo accento inglese che perde verso i 2-3 quarti del gioco per riacquisirlo misteriosamente alla fine. La sua "degenrazione" mentale da studentessa a "Lara Croft" è improvvisa: una scena prima ripeteva "Oh my God!" (e ragazzi se lo ripete... Dio santo se lo ripete) e in quella dopo "I'll kill you all, bastards!". Manco a dirlo le sue "decisioni" finali sono assolutamente insensate: finita la vicenda ecco che sembra diventata Indiana Jones fatto e formato mentre poco prima era lì che ripeteva "oddio non vedo l'ora di essere a casa". Nonostante questo va detto che la nuova Lara è semplicemente una gran figliola. Lo posso dire senza sembrare un nerd pervertito perché difatti il suo design è basato su una fanciulla in carne ed ossa e, a tal proposito, complimenti alla madre e al padre.
Sam (uno dei personaggi secondari di maggior rilievo nella trama) vince il premio come personaggio più fastidioso (per inettitudine e incapacaità di agire nel momento del bisogno) mentre i vari altri personaggi sono scontati o del tutto superflui: la loro sola esistenza è un cliché che si ripete in lungo e in largo (il nerd, il gigante buono, la negra emancipata...).
Ho già detto come ritengo fastidiosa Sam?
Caratterialmente parlando la nuova Lara non mi piace. C'è poco da dire, è un parere personale, ma questa Lara sembra più una futura femminista dalla sessualità incerta (fanfic lesbo LaraXSam in arrivo, tenetevi pronti) e poco mi fa pensare che un giorno diventerà la spigliata femme fatale a cui eravamo abituati e che certamente preferivo. Dunque, anche se non andrà a infierire sul giudizio finale, bocciata la caratterizzazione dei personaggi, semplicemente figure atte a dare una ragione alla protagonista e nulla più.

Grafica e Sonoro

La faccenda è molto difficile da valutare, in quanto il giocatore per PC avrà il suo bel da dire rispetto a quello PS3/X360. Il gioco è, graficamente parlando, semplicemente appagante. Le visuali sono belle e gli scenari spettacolari. Sebbene le infrastrutture siano un po' tirate via e molto ripetitive nell'estetica, il gioco è semplicemente bello. Già, bello, ma assolutamente in linea con altri titoli dello stesso periodo, di conseguenza non esattamente esaltante, almeno per quanto riguarda gli scenari. Discorso completamente a parte vale per i personaggi: sebbene i modelli dei Solarii (i cultisti pazzoidi) siano ben poco variegati ed estremamente anonimi, il modello di Lara è semplicemente pazzesco. Dettagli come lo sporco, il sangue, i vestiti che si bagnano dopo essere entrati in acqua, i capelli che diventano più rossi dopo essersi immersi nel sangue, ecc.. mandano letteralmente ai pazzi (in senso positivo) le pupille. Alcuni dettagli poi sono favolosi: le posizioni di Lara (come sta da ferma con le mani lungo i fianchi, la posizione che assume quando salta, ecc..) sono perfettamente in linea con le sue "storiche" movenze: temevo un ulteriore clone delle dinamiche di Assassin's Creed (e guardo voi, Uncharted e Splinter Cell) ma sono stato fortunatamente smentito.
Grande protagonista poi è il TressFX: con questa opzione attivata vedrete i capelli più realistici che un gioco per PC vi abbia mai proposto (anche se programmati coi piedi). Ma qui nascono anche i problemi: sebbene la grafica sia stupenda, dietro c'è della maliginità non poco fastidiosa. Il motore grafico è stato sviluppato in collaborazione con ATI e ,misteriosamente, il gioco semplicemente non gira correttamente su schede grafiche nVidia. Per i possessori medi di nVidia è impossibile giocare con TressFX attivo, pena un calo stratosferico dei FPS. Un caso? Non credo proprio. Il fatto che un gioco per PC sia stato sviluppato con l'intento di tagliare fuori più di metà dell'utenza solo perché non possiede una Radeon è, senza girarci intorno, imperdonabile. Grafica dunque promossa con riserva, l'utente medio da console non avrà di che lamentarsi, ma chi ha un PC in grado di supportare anche qualcosina in più delle console potrebbe non essere affatto soddisfatto della gran parzialità con cui è stato programmato il gioco.

Sul sonoro c'è ben poco da dire. Dimenticabile. Nessuna traccia degna di nota né tantomeno una particolare ricerca di effetti sonori peculiari o chissà cos'altro. C'è da dire che il gioco non ne ha bisogno (favorire l'idea della sopravvivenza con i semplici suoni della natura è l'ideale) e solo per questo risulta perdonabile.

Gameplay

E qui semplicemente casca l'asino.
Fosse stato per il gameplay il gioco andava chiamato "Tomb Raider: Quick Gear Time Events of War".
La prima critica, si sarà capito, è per i QTE. La prima metà del gioco ne è completamente afflitta a livelli semplicemente paradossali. E' un continuo fastidio e, in alcuni casi, perfino una fonte enorme di frustrazione. Combinato al fatto che sul mio PC durante alcune scene subivo dei cali di FPS osceni (mentre normalmente girava fluido con le impostazioni al massimo, nuovamente una conseguenza dell'avere una nVidia) l'input dei QTE diventava un inferno. Sono morto (e dico sul serio) più volte durante i QTE che durante il gioco vero e proprio (che di suo è oltraggiosamente facile).
Parlando sul personale, io ODIO i QTE, sono una ragione per far credere al giocatore di stare giocando un gioco mentre gli si sta propinando un film. Curiosamente però la seconda metà del gioco ne è quasi del tutto assente, come se improvvisamente i programmatori se ne fossero dimenticati. Non che sia un male.

Come dicevo all'inizio, il gioco è pieno di occasioni sprecate. All'inizio ci si ritrova in una foresta e viene detto che "Lara per sopravvivere deve mangiare" (manovra-tutorial che spinge ad andare a caccia), inoltre viene fatto presente che raccogliendo "materiali" gli oggetti possono essere migliorati: ora, sapendo che il gioco batte molto sul tema della "sopravvivenza" in quel momento mi sono falsamente illuso che il gioco fosse un survival game. Non alla Resident Evil, eh, piuttosto alla Lost in Blue. La convinzione viene anche perpetuata da elementi del gameplay che fanno in effetti pensare che tutto questo sia importante quando difatti non lo è. Si tratta di una menzogna bella e buona. Il gioco sembra voler essere un free-roaming (come l'opzione "passare da un focolare -che è una sorta di zona franca- all'altro" sembra far presumere) ma no: è un lungo binario che vola dritto verso il finale con qualche occasionale deviazione rappresentata dalle "Tombe Segrete" (così segrete che il gioco segnala con un messaggio su schermo, un puntatore su mappa e un forte segnale acustico la loro vicinanza, ma di come il gioco ci prende tutti per stupidi parlerò dopo); non c'è nessuna ragione per tornare indietro, tranne il raccogliere quanti più segreti possibile (cosa che dai tempi di GTA2 sappiamo essere una manovra subdola per aumentare le ore di gioco). Ora, questa formula era perfetta nei vecchi Tomb Raider, ma non in questo -e non per chissà quale ragione- ma semplicemente perché TR pretende e cerca di convincerti che il free-roaming sia un elemento importante e costruttivo del gioco quando difatti non lo è per niente, è la presunzione del gioco a dar fastidio.
Anche la caccia come mezzo di sostentamento va subito a farsi friggere: Lara non ha affatto bisogno di mangiare e quella di prima era solo una scusa per andare avanti lungo il binario: cacciare in seguito servirà solo ad accumulare più "materiale". Già, uno potrebbe pensare che cacciando si possa ottenere pellame utile per i miglioramenti che richiedono il cuoio mentre magari esplorando le baraccopoli si ottenga plastica o ferro per altri miglioramenti, invece no, il gioco prevede solo un generico "materiale" trovabile pressocché ovunque che rende la pratica della caccia presto inutile quanto superflua.

Dunque, il lato "survival" non esiste, al di fuori che della narrazione ovviamente. Ma la cosa non finisce qui, anzi, il peggio è proprio ora: il gioco sembra essere stato fatto con la forte convinzione che il giocatore sia un perfetto imbecille. Oltre che nel già citato caso delle tombe, nei (rari) enigmi proposti dal gioco infatti sarà possible trovare rapida soluzione attraverso lo strumento "Medaglione del Witcher" di Lara (se non l'avete capita smettete di perdere tempo con TR e correte a installare The Witcher 2), chiamato per l'occasione "Istinto di Sopravvivenza": questo flash bianco e nero provvederà a fornire l'esatta ubicazione di nemici e oggetti con cui interagire rendendo ogni forma di puzzle uno di quei giochi per bimbi con le formine geometriche da inserire nei rispettivi buchi. Se questo non bastasse dopo un tot. di tempo Lara esternerà ad alta voce i suoi pensieri fornendo un ulteriore indizio al giocatore.

Un altro elemento che da sempre caratterizza Tomb Raider (e a cui TR non fa eccezione) è il platforming: purtroppo anche questo è tristemente e ridicolmente semplificato -e no, a parer mio i QTE presenti in ciascuna parte di platforming non sono fonte di difficoltà per il gioco, tutt'altro-. Nel qualcaso qualcuno si trovi in dubbio in merito a dove andare basterà osservare questo consiglio: "segui il Bianco". TUTTE le superfici scalabili non ovvie (ma anche quelle ovvie) sono evidenziate da vernice bianca. TUTTE. E se si usa l'Istinto di Sopravvivenza diventano pure luminose come lampioni! Manca solo la freccia gigante con scritto "si continua di qua" per chi è proprio rincoglionito e finalmente il gioco è risolvibile anche da un cane (che trova a quel punto come unico ostacolo il mouse+tastiera o il gamepad).

Un ultimo elemento caratteristico sono i combattimenti. Impossibile non notare come per questo TR sia stato preso ad esempio il Tomb Raider con il peggior sistema di tutti: Underworld. E' chiaro come in un gioco del genere ci stia bene lo Sparatutto in Terza Persona, ma vi prego non fate come con Mass Effect. E invece dato che Mass Effect ha venduto (e ancora mi domando perché) ecco che tutti lo copiano: le battaglie sono pure farse. Immaginate di stare giocando: correte, saltate, seguite l'indicatore gigante "vai in questa direzione" e improvvisamente ecco davanti a voi uno spiazzo percorso pieno di "nascondigli tattici" (Il muro ad altezza petto. C'è sempre un muro ad altezza petto)... MMH, MI DOMANDO COSA ACCADRA' ADESSO? Ovviamente state per essere partecipi di una battaglia (giammai che uno si ritrovi in una battaglia dove bisogna fare cose come saltare, appigliarsi o usare chissà quale carambola per uscirne -citazione a Tomb Raider 2 voluta- Perché mai? Del resto con la vita che si rigenera e un muretto si è del tutto invulnerabili!). Le battaglie sono scriptate da morire: i nemici spawnano dai soliti punti e si comportano tutti allo stesso modo (anche morendo e ricominciando la battaglia) denotando una pessima IA. Non si tratta quindi di "battaglie" ma di "scene di guerrigilia" dove il gioco è fermo e bisogna sparare ai nemici che saltano fuori: è un evoluzione del caro vecchio Gunman o Time Crisis con più nemici su schermo. Manco a dirlo, è un sistema di combattimento piatto e noioso (e soprattutto molto inflazionato nei giochi moderni).

Altro elemento male implementato è lo stealth. Molti combattimenti sembrano poter essere risolti attraverso un sapiente uso delle abilità stealth di Lara.... solo che il gioco non è stato pensato per essere di questo genere e basta la minore stupidaggine per farsi scoprire... e una volta scoperti è fatta, non ci si può più nascondere. I nemici infatti sono "onniscenti" in merito alla posizione di Lara: anche se sono lontani e si spara un accidentale colpo di pistola nella direzione opposta il rumore è sufficiente a far capire a tutti dove ci si trova, anche se si scappa o ci si nasconde subito dopo: insomma, una volta flaggati come "scoperti" il nemico saprà dove siete. Sempre.

Ultima nota dolente è il boss fight finale. Perdonate l'assenza di un testo analitico ma semplicemente NON DEVE ESISTERE
NON DEVE ESISTERE CHE IL BOSS FINALE SIA UN QTE.
Ma lo è.

Quindi, in conclusione, il gameplay è bocciato e rimandato 7 classi indietro a vedere come si fa.


Meglio i Vecchi Tomb Raider?

Decisamente. Tomb Raider 1+2+3 a 9,99$ su GOG  e 9,99 € (cadauno) su Steam. Sapete di volerli.


Lo Compro? Lo Pirato?

Vale sicuramente la pena piratarlo. Per comprarlo ritengo si debba scegliere se fidarsi e sperare nel futuro del gioco, in tal caso, dato che ha il potenziale per diventare una serie di gran bei giochi, va assolutamente acquistato (per ovviamente sostenere nei fatti questa speranza).

Pro e Contro?

+Storia godibile in linea con la serie.
+Ambientazione affascinante.
+Lara Croft è un bel pezzo di figliola.
+Possibile futuro promettente.
+Esteticamente parlando "bello".
+Il porting per PC ha ricevuto qualche attenzione.

-Il porting per PC ha ricevuto qualche attenzione superficiale e parziale.
-Caratterizzazione dei personaggi superficiale.
-Gameplay che fa acqua da tutte le parti: da sistemi visti e rivisti e meccaniche appena abbozzate a platforming snaturato in un semplice corri-corri.
-Sistema di battaglia noioso simile più a quello di Mass Effect o Time Crisis che altro (che per l'amor di Dio in sala giochi è anche perfetto).
-Considera l'intelligenza del giocatore al pari di quella di un protozoo o un'ameba.
-"Esperienza Cinematografica" afflitta da innumerevoli QTE.

Conclusione

TR è un gioco alla disperata ricerca di una propria identità: non un gioco con puzzle complessi, non uno sparatutto in terza persona, non uno stealth, non un survival, non un platform. Non è nulla. E' solo un'accozzaglia di idee non interamente sviluppate. Purtroppo è come al solito mirato ad un utenza in perenne declino ideologico, alla costante ricerca di un'esperienza cinematografica piuttosto che di un vero gioco, ed è questo il vero problema. Ma non è  detta l'ultima: in mezzo a tanti giochi letteralmente pessimi usciti più o meno nello stesso periodo (Aliens Colonial Marines) o reboot fatti semplicemente da dei pazzi furiosi (DmC) TR spicca come gioco promettente. Ora sta unicamente a loro: il seguito è praticamente sicuro, se miglioreranno le idee a malapena abbozzate sarà un successo, se opteranno sempre di più al cinematografico sarà un orribile fallimento.