martedì 16 aprile 2013

[Recensionando] BioShock: Infinite

RECENSIONANDO

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Terzo capitolo della saga BioShock, nonché quinto della cosiddetta "serie Shock" (prima di Bio c'è System Shock e l'eccellente System Shock 2), si tratta dell'ultimo gioco pubblicato, dopo uno sviluppo alquanto travagliato, dalla Irrational Games (aka 2K Boston) ad oggi (autori anche, tra le altre cose, di Swat 4 e Tribes Vengeance). Il gioco ha subito perfino in pre-produzione pesantissime critiche, specie per i temi trattati (razzismo e religione).

Bellino

Storia

Da Wikipedia:
Corre l'anno 1912. Con gli Stati Uniti che stanno emergendo come una potenza mondiale, la città volante di Columbia è un simbolo potente di ideali americani, lanciato in pompa magna fra le acclamazioni di un pubblico affascinato. Ma con quello che sembra un innocente esperimento da fiera, il fondatore Zachary Hale Comstok (autonominatosi il Profeta) decide di intromettersi in affari delicati e crea una secessione dagli Stati Uniti, con la città che scompare tra le nuvole. La sua ubicazione è sconosciuta. Il più grande successo nella storia americana è scomparso senza lasciare traccia. Booker DeWitt, un detective alcolizzato e giocatore d'azzardo, con un passato burrascoso e un congedo forzato dalla agenzia di Pinkerton, si ritrova suo malgrado ospite della città galleggiante per via di un regolamento di conti che lo porta a cercare, identificare e scortare una persona fuori da Columbia, una giovane donna di nome Elizabeth che sembra essere talmente importante da far rischiare la vita degli stessi abitanti per recuperarla sotto ordine del Profeta, senza contare la protezione da parte di una creatura alata di nome Songbird.

Per quanto la trama non c'entri nulla con quella dei precedenti BioShock (tanto da far nascere perfino la domanda su che diamine di senso abbia intitolarlo così) le "linee guida" e lo stile narrativo della stessa risultano perfettamente in linea con quelle della serie. La trama è solida, interessante, ricca di mistero e sufficientemente intrigante da spingere il giocatore a cercare di arrivare a scoprire tutto il prima possibile, da questo punto di vista il gioco è fatto sufficientemente bene da "dare" al giocatore le nozioni un pochino per volta, arrivando al crescendo del finale che diventa estremamente semplice quanto allo stesso tempo confusionario. Già, il finale. Così come siamo stati abiutati con BioShock 1 e 2 (il 2 un po' meno, dai) lascia leggermente di sasso, e con qualche farfalluccia nello stomaco. A dire il vero io personalmente già me lo ero anticipato in testa, con qualche differenza, ma è stato comunque abbastanza particolare.

Lo sviluppo dei temi della trama invece è, come fortemente criticato, molto politicamente scorretto: il gioco sembra lamentarsi di tutto, maltrattamenti razziali, comunisti guerriglieri, bigottismo puro (Dio che goduria quando ho iniziato a menar le mani con lo SkyHook) che ammicca molto al Cristianesimo. Insomma ce ne è per tutti.
Personalmente, pur essendo io un religioso, non ho trovato la cosa fastidiosa. Affatto. Si tratta di una satira, dunque come tale va presa, senza lasciarsi andare al vero bigottismo.
D'altro canto è facilissimo capire il perché di questo genere di messaggi: Levine (scrittore della trama) è ebreo e sicuramente la mentalità del gioco è figlia della sua. Basta questo per comprendere tutto e soprassedere.

Promossa quindi la trama senza alcuna remora. Il gioco non è privo di lacune a livello di storytelling, certo, ma rimane molto interessante. Purtroppo la scena post-crediti rimane molto superflua e aggiunge solo innecessaria confusione, avrei preferito non ci fosse, ma certo non rappresenta un particolare problema.

Caratterizzazione dei Personaggi

Il gioco soffre di una certa schizzofrenia da questo punto vista, in quanto passa dall'avere personaggi particolari e caratterizzati molto bene come Booker (il protagonista) ad altri completamente superficiali e incostanti (come Fitzroy, la capo dei Vox Populi aka. Partito d'Azione Comunista). Al fine della trama inoltre alcuni personaggi altalenano uno sviluppo serio ad uno tirato via da far paura: di questo ne è esempio Elizabeth che esce completamente dal suo personaggio arrivati alla fase finale del gioco. Sebbene sia possibile motivare tale cambiamento con alcuni elementi della trama, questo non basta e il cambiamento risulta eccessivamente repentino e freddo. Ciònonostante i personaggi che conta conoscere sono mediamente ben sviluppati e questo basta quantomeno a farsi una buona idea su di loro (coadiuvando con un bel po' di immaginazione personale). Come sempre la comprensione del background dei personaggi è relativamente legata all'impegno del giocatore nell'individuare tutte le "registrazioni" (presenti anche in BioShock) che spiegano diversi dettagli interessanti.
Promosso dunque anche questo aspetto, che si unisce perfettamente ad una valutazione più che positiva dell'aspetto "narrativo" del gioco.

Grafica e Sonoro
Come da abitudine mi riferisco nuovamente unicamente alla versione per PC. Il gioco è, purtroppo, un brutto porting. Non brutto in quanto mal realizzato (ce ne sono di peggiori) quanto perché, come al solito, si è completamente fatta ben poca attenzione al giocatore per PC. Le opzioni grafiche sono molto scarne e assai poco personalizzabili (l'Antialiasing può ad esempio essere solo "Attivo" o "Non Attivo", senza alcuna possibilità di miglioramento). Certo, sono state incluse delle opzioni specifiche per gli utenti PC, ma la loro (doverosa) persenza non fa soprassedere alla mancanza di personalizzazione delle altre impostazioni. Sul mio PC mi sono potuto permettere di giocare tutte le impostazioni praticamente al massimo, ricevendo solo qualche calo di framerate nelle scene più confusionarie e mantenendo una certa fluidità nelle altre.

Il gioco sfrutta l'Unreal Engine 3 e lo fa discretamente bene, anche se con una certa parzialità. Infatti a modelli ben dettagliati come quelli dei personaggi si sovrappongono dei modelli incredibilmente tirati via quali quelli degli scenari (veri e propri mucchi di poligoni ricoperti da un'unica texture). Questo tratto superficiale è comune a tutti i BioShock. Il gioco propone inoltre degli spettacolari effetti di luce e degli scenari veramente caratteristici. Gli effetti d'acqua (durante le scene di pioggia) sono molto credibili e, francamente, belli. Il gioco è dunque sostanzialmente bello.

Dal punto di vista del sonoro avremo di tanto in tanto dei gran bei momenti, con una musica adeguata e atmosferica che accompagnerà sempre il giocatore e sarà d'aiuto anche per capire in che genere di situazione ci si è cacciati di volta in volta. Il doppiaggio in Italiano è molto ben fatto, specie per quanto riguarda Booker ed Elizabeth.

Promossa dunque anche la realizzazione tecnica del gioco, che offre scenari e musiche veramente interessanti e belli, anche se non bisogna avere un eccessivo occhio per i dettagli per poterlo apprezzare, in quanto andando ad osservare le cose da vicino sarà evidente come sono in realtà parecchio mal definite.

Gameplay

L'unica effettiva critica negativa che può essere mossa al gioco riguarda proprio il gameplay. Se con BioShock 2 si era assistito ad un'evoluzione dello stile di gioco proposto nell'1, con l'unica pecca delle mappe, ben poco ispirate e di dimensioni assai meno dispersive e contenute, in BioShock Infinite siamo invece partecipi di un'infelice involuzione. Le mappe, già come dicevo più ridotte in BS2, sono ancora più povere... ma non certo di contenuti! Da quel punto di vista il gioco è molto "vasto", sono invece povere di complessità in quanto, alla fin fine, altro non sono che un lungo binario con qualche piccolo bivio che conduce ad una strada senza uscita. Non c'è mai una vera "mappa complessa" come nel primo BioShock. Complice anche il fatto che l'ambientazione è diversa, questo non motiva perché non ci sia accesso a vaste porzioni esplorabili, anche in un ottica di guerriglia e non pacifica, se non in una delle ultime mappe verso la fine del gioco (che è una specie di enorme anello). Alla scarsa complessità delle mappe (quanto potenziale sprecato) si somma anche l'impoverimento della meccanica base di gioco: addio arsenale di armi vecchia scuola, benvenuta "doppia arma" in stile CoD. Ai Vigor (novella incarnazione dei Plasmidi) infatti sarà possibile abbinare solo due armi per volta, tutte ben poco ispirate da un punto di vista sia di design che di varietà (si tratta di armi molto convenzionali). Anche l'evoluzione delle armi stesse attraverso i (costosissimi) miglioramenti non delizierà il giocatore con un avanzamento estetico (come nei precedenti BS), cosa che personalmente mi ha fatto un po' storcere il naso.

Anche l'azione in se' è ben poco strategica e si basa soprattutto sull'uso dei Vigor da battaglia e delle armi, tralasciando una qualsivoglia forma di strategia. L'arma ravvicinata, sempre in stile CoD, non occupa più una propria posizione ma è invece costantemente utilizzabile attraverso un apposito tasto ed è allo stesso tempo l'arma più divertente da usare. Si tratta dello SkyHook, specie di triplice uncino capace di regalare al giocatore delle mosse finali davvero soddisfacenti (anche se nulla potrà battere la Trivella di BioShock 2. Voglio dire, una TRIVELLA. UNA. FOTTUTA. TRIVELLA. Cosa ci può essere di meglio?). Purtroppo però i Vigor sono ben poco ispirati rispetto ai Plasmidi di BS1 e 2 e se i precedenti titoli sfoggiavano giusto uno o due poteri completamente inutili (qualcuno ha nominato la Trappola Vortice?) i Vigor, oltre che a essere molti di meno, sono anche molto più inutili (una volta ottenuto "Restituisci" non avrà praticamente più senso usarne altri fuorché "Confusione").

Nota particolare va alla presenza di Elizabeth che non è affatto di intralcio e, anzi, ci salverà le natiche in ben più di un'occasione. Questo è un respiro di sollievo per lo standard del "proteggi qualcuno", tuttavia si rivela un sistema abbastanza ovvio per facilitare di molto le cose al giocatore, che non dovrà dannarsi per trovare munizioni e soldi a giro perché ci penserà lei per lui. Ne risulta quindi una cosa fondamentale: il gioco è ridicolmente facile. Certo, ancora non è facile come un CoD, tuttavia è sicuramente molto più facile di BioShock 1. In una partita a difficoltà Media sono morto circa 5 volte. Pochine. Già, perché è abbastanza facile sopravvivere quando lo scudo si rigenera (rendendo il gioco cover based), ci sono diecimila abilità che fanno riguadagnare salute e ogni tanto pure Elizabeth si mette a passarti Kit Medici.

Ciònonostante il gameplay, seppur impoverito, non si dimostra ancora una porcheria ai livelli degli sparatutto "di guerra moderna" (con l'onorevole eccezione di ArmA), di conseguenza è Promosso con la sufficienza striminzita. Infatti il gioco è costruito attorno a questo "gameplay povero" che di conseguenza non risulta fuori luogo. Insomma, il voto è basso perché avrebbero potuto fare molto di più, e so che lo potevano fare perché ho giocato a System Shock 2, BioShock e BioShock 2, quindi so cosa può permettersi di inventare questo studio.

Meglio i Vecchi BioShock?

Dipende. Personalmente continuo a preferire System Shock 2, tuttavia questo Infinite è decisamente da giocare. Dopo aver giocato a BioShock 1 e 2 ovviamente.

Lo Compro? Lo Pirato?

Io lo comprerei. Ma non di certo a prezzo pieno. E' un buon prodotto e gli sviluppatori meritano un riconoscimento. Potrebbe essere meglio, e temo che un possibile sequel non lo sarà mai (almeno in termini di gameplay è chiaro che la faccenda è in perdita), ma è sicuramente un gioco che si merita qualche soldo speso sopra.

Pro e Contro?

+Storia molto interessante che lascia incollati allo schermo.
+Ambientazione caratteristica e coinvolgente.
+Design dei personaggi ben curato.
+C'è Rapture!
+Il porting per PC ha ricevuto qualche attenzione.
+Sicuramente ancora una spanna sopra gli altri sparatutto "da guerra moderna".

-Il porting per PC ha ricevuto qualche attenzione parziale.
-Grafica non curata con gran precisione "nel dettaglio".
-Caratterizzazione dei personaggi non sempre ben definita.
-Gameplay in triste calo qualitativo.
-Ha perso i canoni dello sparatutto "vecchio stile".
-Mappa molto semplice.
-E' stata ricercata la "Esperienza Cinematografica".

Conclusione

Decisamente complicato dare un voto finale a questo gioco che gli faccia giustizia. Purtroppo il suo principale detrattore è proprio se stesso, o per meglio dire, i suoi predecessori. E' chiaro che è stata cercata un'esperienza più cinematografica (Gesù come ODIO questa cosa), tanto sono esemplari le paroli di Levine ("Non abbiamo voluto inserire un boss finale perché era troppo "da videogioco"). In definitiva un buon titolo che merita di essere giocato, ma giocato comunque con l'occhio di chi sa che ci stiamo perdendo qualcosa di molto importante a livello di "concetto di gioco". Purtroppo le carenze grafiche (dovute anche all'engine) e di gameplay, sommate ad un quantitativo di buchi nella trama paurosi non fanno eccellere al massimo il gioco, che tuttavia si porta a casa un voto alquanto distinto.