Sgamati: La Mailing List Segreta dell'Elite del Giornalismo Videoludico

SGAMATI: LA MAILING LIST SEGRETA DELL'ELITE DEL GIORNALISMO VIDEOLUDICO

Di Milo Yiannopoulos


Gio, 19 Ago 2014 alle 9:43, Kyle Orland ha scritto:

Se siete dietro il tremendo tentativo di dox che ha subito ieri notto leggetevi questo: http://pastebin.com/v4DGSQqR

Il primo paragrafo:

"Questo non ha nulla a che fare con i videogiochi e non è una questione d'interesse pubblico, ma solo una cosa personale. Spero e pretendo che la stampa videoludica sia rispettosa nei confronti di ciò che E' una questione personale e non una notizia. Questo riguarda esplicitamente la mia vita privata che è stata sfortunatamente resa pubblica da persone che pongono un problema alla mia sicurezza e a quella di chi amo. Spero che lo sforzo fatto dalle persone che cercano di far sembrare il tutto chissà cosa sia vano e insufficiente a lasciare che altri abbocchino all'amo."

Capisco il punto di vista di Quinn e voglio rispettare il suo desiderio di privacy. Allo stesso tempo sento che ci sono delle questioni di pubblico interesse dietro il fatto che uno sviluppatore sia stato attaccato da "internet". Proprio contemporaneamente a "quello". In sostanza non voglio ricompensare quei cretini che hanno fatto tutto questo dando al loro "problema" alcun genere d'attenzione. (Non intendo neanche tirare fuori la scusa di merda dell' "etica del giornalista" per questi attacchi. Anche se c'è merito dietro alle accuse, la portata disgustosa di questi attacchi va ad oscurarlo).

Ma ecco questo trafilo, sempre dalla frase di Quinn:

"Ho rinforzato [la mia privacy] rimanendo una figura pubblica in una piccola comunità, mentre coloro che provano piacere nell'assalirmi si nascondono dietro una tastiera e ad una cultura che glielo permette con impunità".

Quel "con impunità" mi preoccupa, perché ADOREREI usare la mia piattaforma per punire questi comportamenti... ma andrebbe contro il valido e comprensibile desiderio di Quinn di non portare questa questione agli occhi dei media.

Quindi cosa facciamo? Forse dovremmo continuare solo con Twitter per sensibilizzare la cosa senza usare le nostre "prime pagine". (Quinn sembrava ok inizialmente col ritwittare le sue affermazioni ma poi ha rimosso il post originale da Tumblr, quindi non saprei). Forse dovremmo fare una lettera pubblica di supporto che vada a puntare il dito contro questo genere d'attacchi personali, firmata da quanti più giornalisti/simpatizzanti possibile. Forse dovremmo usare il tutto come scusa per dare più attenzione al suo lavoro... volevo recensire Depression Quest da quando è uscito su Steam.

Diversi importanti giornalisti Americani fanno parte di una mailing list segreta che usano per discutere di cosa parlare, cosa ignorare e che approccio avere verso le questioni che decidono d'affrontare.

Editori d'alto profilo, reporter e recensori delle più grosse testate quali Polygon, Ars Technica e Kotaku usano il sistema Google Groups per creare una mailing list di professionisti definita Gaming Journalism Professionals, o GameJournoPros, per modellare l'industria e il modo con cui presentare gli eventi che la compongono, come la rivelazione delle relazioni sessuali di Zoe Quinn con alcuni giornalisti. Giornalisti che avevano recensito sue creazioni.

Le email viste da Breitbart London dall'Agosto di quest'anno mostrano Kyle Orland, un editor capo di Ars Technica, che discute dello scandalo di Zoe Quinn. Scrive: "In sostanza non voglio ricompensare quei cretini che hanno fatto tutto questo dando al loro "problema" alcun genere d'attenzione. Non intendo neanche tirare fuori la scusa di merda dell' "etica del giornalista" per questi attacchi. Adorerei usare la mia piattaforma per punirli. Forse dovremmo usare Twitter senza usare le nostre "prime pagine". Dovremmo fare una lettera pubblica di supporto contro questi attacchi. Dovremmo usare il tutto come scusa per aumentare l'attenzione sul suo lavoro".

La notizia che i gioralisti non solo collaborano nell'attivismo a favore di coloro dei quali dovrebbero parlare nei propri articoli ma scoraggiano anche ogni opinione opposta disturberà molti lettori che da tempo sospettavano che la coordinazione dietro queste opinioni su testate diverse fosse piuttosto sospetta.

Nella lista si può vedere Ben Kuchera, di Polygon, che offre supporto a Quinn e rimprovera altri per non aver fatto lo stesso:


Gio, 19 Ago 2014 alle 10:57, Ben Kuchera scrive:

Qualcuno si è iscritto su Escapist solo per postare quel thread e per diffondere i relativi dettagli riguardo il passato sessuale di qualcuno solo per metterlo in ridicolo. Non sono certo di quale sia la vostra definizione di molestia, ma questa si rispecchia perfettamente nella mia.

Gio, 19 Ago 2014 alle 21:16, Ben Kuchera scrive:
Questo è il problema: qualcuno sta usando la tua piattaforma per molestare uno sviluppatore. A te sta bene?

Nelle email visionate da Breitbart London, Ben Kuchera fa ripetute pressioni su altri giornalisti ed editor affinché rimuovano dai propri siti ogni genere di materiale critico nei confronti di Zoe Quinn e a chiudere ogni forma di dibattito sul ruolo di lei nell'industria rimuovendo commenti e post di coloro che fanno domande in merito.

Jason Schreier, scrittore per Kotaku, può essere visto mentre difende Nathan Grayson, il giornalista che ha ammesso di avere una relazione sessuale con Zoe Quinn qualche giorno dopo aver recensito il suo gioco, Depression Quest

Gio, 19 Ago alle 10:12, Jason Schreier scrive:
"Dipendente di Kotaku che ha recensito il suo gioco, Nathan Grayson"

Questo è falso.

"EDIT: Oh, e poi c'è il fatto che il post nel blog di Nathan Grayson è stato rimosso. Per me stanno davvero cercando di nascondere qualcosa."

Anche questo è falso. Nathan non ha mai recensito o scritto nulla su Depression Quest per Kotaku

Inoltre, sempre nella mailing list appare James Fudge, editor per GamePolitics.com e Mike Weher, scrittore per il Daily Dot, The Unofficail Apple Weblog, USA Today e Yahoo, a dimostrare l'influenza di questa catena di sant'Antonio nell'industria:
Gio, 19 Ago 2014 alle 11:09, James Fudge scrive:
Ma guarda come è iniziato questo discorso - non è difficile chiamare tutto questo molestie.

Ma il brutto è che visto che l'argomento è nel vivo e gli abbiamo permesso di fiorire fare qualunque cosa sarebbe a loro vantaggio:

"E tuttavia tutti i siti di videogiochi, da GiantBomb a Kotaku a Destructoid a The Escapist a Reddit fino a /v/ di 4chan stanno cercando di fare di tutto per mettere la cosa a tacere, sia in modi ufficiali che, nel caso di /v/ e GB, cancellano le discussioni che ne parlano o nel caso di Reddit mettendo voti negativi o disattivando i link".

Le email di GameJournoPros sembrano confermare il sospetto che da tempo serpreggiava: i giornalisti videoludici operano all'unisono e sono in accordo sul come distorcere gran parte delle informazioni in loro possesso per supportare le figure con cui sono politicamente d'accordo.
Questa scoperta fa ricordare quella del 2010, dove alcuni reporter liberali furono scoperti mentre cercavano di sminuire l'opinione dell'opposizione attraverso una mailing list privata istituita da Ezra Klein, ora editor in capo di Vox.com. Questo caso, denominato "JournoList", costò al reporter del Washington Post David Weigel il suo posto di lavoro, dopo che fu visto schernire figure conservative di cui parlava nelle pagine del Post.

I lettori che sanno qualcosa della lista GameJournoPros o dei suoi componenti sono pregati di contattarci.

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